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Destinazione Sardegna

LA SARDEGNA IN PILLOLE

La Sardegna è la seconda isola più grande del Mediterraneo. Oltre le sue splendide spiagge, di cui molte ancora selvagge e incontaminate e il suo mare pulito e cristallino, possiede un immenso e variegato patrimonio naturalistico interno e una ricchezza incomparabile di tradizioni, storia e archeologia. I suoi paesaggi naturali così diversi tra loro, fanno si che l’isola spesso venga definita come un continente a sé stante, perché raccoglie le varietà di un intero continente.

I prodotti della tradizione agropastorale, la produzione vitivinicola insieme nella sua rinomata cucina tradizionale, si dice siano gli ingredienti segreti della longevità di tanti dei suoi abitanti. 

Il patrimonio culturale della Sardegna è un mosaico perfetto di culture indigene e delle tante dominazioni straniere susseguitesi nei secoli, dove il sovrapporsi delle abitudini di vita quotidiana delle comunità agropastorali alle usanze di origine pagana e poi cristiana, in un perfetto sincretismo hanno dato vita a riti liturgici, apotropaici e portatori di buona sorte, ancora oggi praticati con grande cura e venerazione.
Ci piace farvi attraversare la Sardegna da nord a sud, attardandoci in particolare nel suo interno, dove ancora sopravvivono senza mai interrompersi nel tempo, antiche usanze e rituali che seguono gli eventi del calendario contadino, attraverso un viaggio “oltre le sue coste” alla scoperta di un anima nascosta e sorprendente.

Il consiglio che vi diamo è quello di affidarsi sempre a Guide Professionali esperte e ad operatori del turismo locale, per confezionare le vostre vacanze con esperienze e itinerari sempre nuovi, perché grazie al loro fortissimo rapporto con il territorio di nascita, sono appassionati promotori e strumento di trasmissione della conoscenza e della fruizione di tutta la ricchezza che la Sardegna può esprimere.

Come raggiungere la sardegna

Sono tre gli aeroporti che vi permettono di raggiungere la Sardegna, più o meno frequentati a seconda della stagione.
La Costa Sud è servita dall’Aeroporto Internazionale di Cagliari, utile scalo anche per raggiungere l’Ogliastra.
L’Aeroporto Olbia – Costa Smeralda serve tutta la zona della costa nord-est, mentre la costa occidentale è principalmente servita dall’Aeroporto di Alghero. Per raggiungere la Sardegna via mare, sono diverse le compagnie che collegano l’isola alla terraferma, i porti principali sono quelli di  Porto Torres, Golfo Aranci, Arbatax, Olbia e Cagliari.

che tempo fa in Sardegna

Il clima in Sardegna è molto gradevole e mite durante tutto l’anno, non tocca mai temperature rigide tranne che nelle zone interne montane, dove può nevicare nei mesi più freddi (gennaio e febbraio) e dove è possibile organizzare una vacanze sulla neve. Le estati sono caratterizzate da alte temperature, stemperate dai tanti venti che la caratterizzano. Mediamente le temperature a luglio e agosto vanno dai 25° ai 32° e l’umidità delle zone costiere specie al sud, è molto elevata. La temperatura dell’acqua è compresa tra un minimo di 14°C a gennaio a 25°C ad agosto, e spesso dipende dai venti. Il periodo consigliato per visitare l’isola nei suoi aspetti meno conosciuti e naturalistici dell’interno, è la rigogliosa  primavera, che parte da marzo fino a giugno. Perfetto viaggiare in Sardegna anche da fine settembre e nel periodo autunnale, specie per approfondire l’aspetto enogastronomico dell’isola, grazie alle numerose iniziative come sagre e feste della tradizione contadina.

TOP 10 IMPERDIBILI

La Sardegna non è una semplice meta balneare, perché la ricchezza del suo territorio la rende la destinazione ideale per il viaggiatore più curioso, che vuole sperimentare e scoprire in un viaggio di esplorazione continua, da ripetere nel tempo.

Sono tantissimi gli itinerari da percorrere, le feste e i rituali religiosi a cui assistere, i musei e parchi archeologici da visitare in Sardegna, ma se state progettando la vostra vacanza o siete atterrati per la prima volta in Sardegna, bisogna iniziare dall’ABC e i primi luoghi assolutamente da visitare sono questi! Da qui si apriranno tante porte, tante domande e curiosità, e mille altri itinerari da progettare!

  • Ogliastra e Barbagia di Seulo, la terra dei Centenari
  • Cagliari, il centro politico e culturale della regione
  • Barumini, il complesso nuragico Su Nuraxi, patrimonio dell’UNESCO
  • La Barbagia, la regione montuosa meno accessibile e più autentica e le sue misteriose e antiche maschere del Carnevale
  • Il Golfo di Orosei, le grotte e le sue calette da film
  • Carloforte, l’isola nell’Isola e la Tonnara
  • Il Sulcis, l’archeologia industriale e mineraria 
  • Fordongianus, Sardara e Benetutti, i centri termali
  • San Leonardo di Siete Fuentes, i templari in Sardegna e la foresta che non ti aspetti
  • Alghero, la città catalana

Alcuni consigli

Se state progettando la vostra prima volta in Sardegna, affidatevi sempre a professionisti locali, che siano guide, agenzie di viaggi o local expert! I consigli saranno preziosi perché il territorio è vasto e variegato, spostarsi non è sempre facilissimo, le indicazioni a volte mancano, serve assolutamente una guida!

Atterrando a Cagliari, avrete certamente occasione di soggiornare nella costa sud, caratterizzata per la maggior parte da un territorio pianeggiante e la presenza di lunghe spiagge sabbiose, a volte selvagge e incontaminate.
Atterrando su Olbia, visiterete principalmente la costa Nord che nella sua morfologia si discosta completamente dal sud, in quanto si presenta rocciosa e frastagliata, con poche distese di sabbia molto lunghe, ma con molte calette isolate.
Atterrando su Alghero invece si può godere di un territorio incontaminato, con alcuni centri di grande rilevanza storico artistica come Bosa e Alghero, o Castelsardo. Anche qui incontriamo coste prevalentemente rocciose ma anche distese di sabbia bianchissima.

Sia da Olbia che da Cagliari è raggiungibile con più o meno 2 ore di macchina, le aree geografiche dell’Ogliastra, il Golfo di Orosei, la Baronia, e godere di tutta la costa est dell’isola, un ricchissimo territorio naturalistico, con le sue famose Cale e Grotte, i suoi percorsi di trekking tra mare e montagna, e la sua ricca cucina tradizionale. Da qui ci si addentra nell’interno, in Barbagia con poco più di 40 minuti di macchina si arriva a Mamoiada, Orgosolo, Oliena, territori dell’entroterra ricchissimi di evidenze archeologiche, storiche e della tradizione che devono essere visitati, ricordando che in queste zone vivono i nostri centenari, che conoscono i segreti dell’eterna giovinezza.

Il calendario delle principali feste e riti in Sardegna

Il calendario delle comunità agro pastorali in Sardegna  è ricco di avvenimenti tra sacro e profano, celebrati per attirare la buona fortuna e la prosperità e quindi il buon esito dei raccolti, della mietitura, della vendemmia, attraverso riti che risvegliano la natura e allontanano la cattiva sorte. Questo sia attraverso manifestazioni apotropaiche come il Carnevale, sia con processioni religione, che per il contadino e il pastore sono legati alla natura e alla sua benevolenza.

In BARBAGIA e in OGLIASTRA, nella notte tra il 16 e 17 gennaio si accendono i fuochi in onore di Sant’Antonio Abate, dando inizio ufficiale ai riti profani del Carnevale Barbaricino, patrimonio di spiritualità e di suggestivo simbolismo. Si tratta di una delle feste patronali più sentite, a dimostrazione le tante chiese dedicate al santo su tutto il territorio regionale. Le celebrazioni iniziano con l’accensione di cataste di legna scelte dall’albero o dalla radice migliore e dalla costruzione di scenografiche architetture lignee destinate a bruciare per diversi giorni. Le cataste si accendono nel sagrato della chiesa a lui dedicata, ma in alcuni paesi, come ad esempio Mamoiada in cui la festa è particolarmente sentita, ogni quartiere allestisce il suo falò ed intorno ad esso si radunano i vicini di casa, che per tre giorni pranzano e cenano tutti insieme condividendo cibo e vino. La tradizione vuole che il sacerdote, durante i vespri, benedica il pane e i dolci da offrire a quanti partecipano all’evento mentre le donne  offrono dolci e pane, gli uomini offrono il vino a chi accorre in paese. In quest’occasione si celebra la prima uscita delle maschere tipiche della tradizione carnevalesca in Sardegna, I Mamuthones e Issohadore di Mamoiada, Boes Merdules e la Filonzana di Ottana, Sos Turpos di Orotelli, sono le maschere più significative e conosciute a livello mondiale.

  • I Mamuthones di Mamoiada escono per la prima volta la notte tra il 16 e il17 gennaio e da li iniziano la loro tipica e ordinata processione su due file, cadenzata dal suono dai campanacci che appesantiscono la loro schiena per non meno di 30 kg. Il loro significato è ancora misterioso e innumerevoli sono state le ipotesi per comprenderne l’origine. Essi rappresentano l’animale, che fornisce all’uomo ciò di cui ha bisogno, le pelli per riscaldarsi, il latte e le carni per cibarsi. I Mamuthones vestono la caratteristica maschera in legno intagliato di colore nero e sono abbigliati con una giacca di pelle di pecora nera. Sono comandati nel loro progredire in avanti dagli Issohadores, i possessori des issoha, ossia del lazo che fanno schioccare e con la quale catturano i presenti, spesso belle ragazze che si dice si mariteranno entro l’anno.
  • Sos Boes e is Merdules, sono invece le maschere tipiche della tradizione di Ottana, anche in questo contesto l’animale viene rappresentato da uomini mascherato con pelli di pecora, bianca questa volta, e da maschere intagliate in legno che rappresentano il bue, il cinghiale o il cervo. I Merdules, in sardo mere de ule (proprietario dell’animale) cercano di riordinare il loro gregge di animali, inscenando momenti di vita pastorale con animali impazziti che fuggono e che puntualmente vengono riacciuffati. Alla fine del loro corteo, la Filonzana una vecchia donna, tanto brutta quanto inquietante che ha il potere di mettere fine alla vita di chi incontra, tagliando con una grossa forbice il filo di lana, rappresentante la vita. 
  • Sos Turpos sono caratteristiche maschere di Orotelli, uomini vestiti di nero con il caratteristico gabbanu in orbace, sono incappucciati con il viso annerito di carbone, impersonano i protagonisti della vita agropastorale inscenandone le azioni quotidiane (il fabbro, il pastore, ect.).
  • La Sartiglia di Oristano si tiene ogni domenica e martedì di Carnevale. Si tratta di una delle manifestazioni equestri più importanti in Sardegna e si distingue da tutti gli altri eventi del Carnevale perché avvenimento unico nel suo genere. Si svolge per le vie del centro oristanese a partire dalla mattina, quando un banditore proclama aperta la Giostra dove coraggiosi cavalieri provenienti da ogni parte della Sardegna, vestiti dei colori e dei costumi tipici del loro paese, cercheranno di conquistare la stella con la loro spada. L’organizzazione della giostra è di competenza dei due Gremi cittadini, quello dei falegnami e quello dei contadini. Il 2 febbraio di ogni anno durante un avvenimento liturgico, si nomina Su Componidori, ossia il capo corsa colui che deciderà la consegna delle spade e garantirà il buon esito dell’evento. Egli sarà accolto come un re, vestito e adornato da un comitato di donne, Sas Masseieddas, che copriranno il suo volto con la maschera caratteristica che gli darà un aspetto misterioso. Il conduttore dell’eccezionale corsa ha infatti poteri quasi divini, al punto che con un mazzo di fiori detto Pippia e Maiu, benedice tutti i partecipanti e il pubblico. La discesa alla stella è la parte focale e momento in assoluto più atteso della Giostra, dal numero delle stelle infilzato si prospetta il buono o cattivo auspicio per l’anno nuovo.
  • Il Carnevale di Tempio, rappresenta il Carnevale irriverente e scanzonato, dove tutti si mascherano e salgono in carri di cartapesta che rappresentano fatti di attualità in modo sarcastico. E’ in assoluto la sfilata di carri allegorici più imponete della Sardegna, che fa da contorno a Re Giorgio e alla sua compagna Mannena che alla fine dei festeggiamenti verrà bruciato in piazza.

Ad ALGHERO, la Semana Santa si apre con la Domenica delle Palme, in occasione della quale la cittadina catalana si trasforma in un Santuario all’aperto cosparso di intenso pathos e profonda religiosità. Gli avvenimenti organizzati dalle confraternite, si susseguono durante tutta la settimana che precede la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. La processione si svolge all’imbrunire, in una cornice fatta di falò accesi che illuminano tutto il percorso che si svolge per le vie strette del centro. Il predicatore, fino a non molti anni fa, nel suo incedere a capo della processione utilizzava ancora l’antica lingua della città, di origini catalane.

  • A CAGLIARI, Il primo di maggio, la processione di Sant’Efisio è l’evento che coinvolge tutta la Sardegna da ormai 358 anni. Una processione di natura strettamente religiosa ma che con il passare dei secoli ha sempre più avuto una connotazione di sagra paesana, tanto da chiamarla ad un certo punto La Sagra di Sant’Efisio. Tendenza che le amministrazioni degli ultimi anni hanno cercato di raddrizzare, facendo rientrare la sfilata alla sua solennità religiosa e al vero senso del voto che lega la città di Cagliari al suo Santo Patrono, Sant’Efisio martire. Si racconta infatti che durante gli anni della grande pestilenza che sconvolse anche la Sardegna intorno alla metà del 1600, le autorità cittadine fecero un voto al Santo, che si racconta al momento della sua morte promise di proteggere Cagliari e i suoi cittadini. La città si impegnò dunque a portare ogni anno la sua statua in processione, dal quartiere di Stampace ove il santo fu imprigionato, fino al luogo del suo martirio, nella spiaggia di Nora, ove sorge la chiesetta paleo-romanica a lui dedicata. La peste finì e da allora la città di Cagliari, ogni anno scioglie il suo voto come promesso. Alla processione partecipano gruppi provenienti da ogni parte della Sardegna, che fanno sfoggio degli abiti tradizionali della festa, le donne sono particolarmente abbigliate e arricchite dai gioielli sardi fatti in filigrana. In questo contesto spettacolare è possibile vedere la ricchezza e la bellezza delle donne che sfilano, spesso intonando canti religiosi di preghiera gioiosa e di festa. La processione a piedi e a cavallo, prevede anche la sfilata de Is Traccas, ossia i carri su cui si trasportavano i viveri per sussistenza al pellegrinaggio perso Nora, ma che ora rappresentano uno spaccato della vita quotidiana, dei mestieri e della ricchezza di prodotti tipici dei vari paesi che partecipano. Particolarmente emozionante è il culmine della processione, quando il Santo con il suo coccio dorato risalente al 1700 riccamente addobbato e carico di ex-voto, raggiunge il palazzo comunale sulla via Roma, nel frattempo completamente cosparsa di petali di rosa coloratissima nel rito de Sa ramadura. In quel momento l’Alter Nos, rappresentante l’autorità cittadina, rende omaggio insieme al Sindaco e alle autorità, ringraziando per aver salvato Cagliari dalla peste, in questo momento le navi attraccate in porto risuonano nel silenzio salutando il santo. Da qui comincia il vero e proprio pellegrinaggio a piedi per raggiungere Nora, che dista circa 40 km. Il 4 maggio il Santo fa ritorno a Cagliari e riprende posto nella nicchia dentro la chiesetta di Stampace.
  • A SASSARI, la Cavalcata Sarda è una manifestazione folkloristica che si svolge ogni anno la penultima domenica di maggio. Si tratta di una delle feste laiche più importati della città, caratterizzata da un corteo di figuranti provenienti da tutta la Sardegna. Essi sfilano per il centro cittadino a voler esibire la ricchezza del proprio patrimonio folkloristico fatto di ricchi abiti, gioielli, cavalli e prodotti tipici. Una sorta di fiera dunque, vera e propria vetrina della ricchezza culturale ed enogastronomica della Sardegna. I cavalli assumono un ruolo importante, dando una connotazione più propriamente equestre, durante la seconda parte della manifestazione, quando la sfilata si trasferisce nell’Ippodromo cittadino ed i cavalieri danno prova di grande arditezza e bravura nel realizzare le spettacolari pariglie. La giornata si chiude nella principale piazza cittadina, con balli,  canti e musica, regalando un’ampia panoramica delle varianti musicali presenti in Sardegna.

A SEDILO, l’Ardia di San Costantino è la più famosa, emozionante e pericolosa corsa equestre della Sardegna. Anche questa manifestazione ha inizio il 16 gennaio, festa di Sant’Antonio, quando il parroco compie la sua scelta e comunica il nome del Capo Corsa, prima Pandela, il protagonista dell’evento nonché garante della buona riuscita della festa, insieme ai suoi aiutanti. Nello spazio antistante la chiesa di San Costantino, il giorno di san Pietro e Paolo, il 29 giugno, si svolge una sorta di prova generale di quella che sarà la corsa del 6 luglio. Lanciati al galoppo, i quasi 100 cavalieri per lo più sedilesi con i loro cavalli, corrono in modo frenetico compiendo diversi e pericolosi giri intorno al sagrato della chiesa, mentre il pubblico in silenzio e con il fiato sospeso segue la corsa. L’Ardia ha senza dubbio una connotazione religiosa, rappresenta la lotta tra cristianesimo e paganesimo, rievocando la battaglia storica tra Costantino e Massenzio, metafora tra il bene e il male. E’ la corsa di cavalli più discussa, spesso cavalli e cavalieri soccombono, a dimostrazione dell’arduo e tortuoso cammino cristiano.

  • A SASSARI, la discesa dei Candelieri si tiene il 14 agosto, la sera prima della festa della Madonna Assunta giorno in cui sono tante le celebrazioni in tutta la Sardegna. Certamente la Discesa dei Cavalieri a Sassari, è quella più caratteristica ed emozionante. Culmine della festa in onore della Madonna, una lunga processione religiosa di dieci ceri lignei, alti fino a 10 metri e portati a spalla da altrettanti Gremi che sfilano nei loro tradizionali costumi. La tradizione vuole che la città di Sassari sciolga in quest’occasione, il suo voto fatto alla Madonna per averla salvata dalla peste. La particolarità è che tutto ciò viene al suono di tamburi che cadenzano la discesa tra ali di folla assiepate sulle strette vie del centro storico. La direzione è la chiesa di Santa Maria in Betlhem, dove i gremi renderanno omaggio alla Madonna già nella sua posizione dormiente. A corredo della Discesa, una serie di eventi correlati intrisi di misticismo e profonda religiosità.
  • A NUORO, la Sagra del Redentore si tiene alla  fine di agosto e si tratta di una vera a propria festa, che ricorda quando nel 1901 fu inaugurata la grande statua in bronzo del Redentore, collocata sulla cima del monte Ortobene. La processione parte dalla mattina, quando tutti i nuoresi e i tanti fedeli che raggiungono la città per l’occasione, si raccolgono nella chiesa di Santa Maria della Neve per la funzione religiosa. Da li si diparte per le vie del centro cittadino una sfilata di gruppi vestiti con ricchi abiti della festa, provenienti dalle principali regioni della Sardegna. La processione si sposta poi in pellegrinaggio verso la cima del monte, per raggiungere la statua del Redentore e partecipare alla funzione religiosa. Non mancano poi balli e musica a concludere le fatiche del pellegrinaggio.

A CABRAS, il primo sabato di settembre si svolge un particolare evento conosciuto come la Corsa degli Scalzi, una processione religiosa che vede il simulacro di San Salvatore portato a spalla da un gremito numero di corridori scalzi e vestiti del solo saio bianco tradizionale di quei luoghi. La leggenda vuole che in occasione di una delle innumerevoli incursioni saracene, gli agricoltori che vivevano nel piccolo villaggio di San Giovanni di Sinis, vollero trasportare il simulacro del Santo dalla piccola chiesa della comunità verso Cabras, al fine di custodirlo e proteggerlo da atti vandalici. Questo, si dice, determinò la fine delle incursioni e per questo motivo ogni anno gli abitanti di Cabras sciolgono il loro voto e riportano, di corsa, il simulacro nel suo luogo d’origine fino alla sera successiva quando il Santo viene riportato a Cabras. Canti, balli e cori fanno da corollario all’evento.

In BARBAGIA, durante il periodo autunnale si svolge una manifestazione a tappe nei paesi e borghi del territorio, che si chiama Autunno in Barbagia. Attraverso Cortes Apertas si aprono le porte ai visitatori che vogliono conoscere meglio il territorio, promuovendo i prodotti sia alimentari che artigianali,  in una atmosfera familiare e accogliente di altri tempi. Un fitto calendario di avvenimenti itineranti che da ottobre fino a dicembre movimenta la vita nei centri barbaricini e che spazia dall’enogastronomia, alla vita agro pastorale con mostra di attrezzi da lavoro sia dell’uomo che della donna, la produzione del formaggio e la lavorazione del pane. Numerose sono le mostre di prodotti artigianali, dall’oreficeria alla lavorazione del sughero o del cuoio, la tessitura e la produzione di tappeti, spesso con laboratori esperienziali che coinvolgono i visitatori sia adulti che bambini. Una manifestazione sentita e particolarmente apprezzata anche dai visitatori locali.